Giuseppe Patanè: 10 come IO
Al palazzo Ajutamicristo di Palermo, le tele pagane che si commentano con i chiaroscuri e il toro come massima espressione dell’ego
PALERMO - Il palazzo Ajutamicristo di Palermo è stato sede, lo scorso giovedì 13 giugno, del seminario d’arte "Finissage mostra di Giuseppe Patanè", promosso dall’assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.
Un’arte forte, nuda e cruda, quasi violenta quella dell’artista catanese, che diviene protagonista di Palermo Capitale della Cultura 2018, con ben 46 tele.
Titolo della mostra è “Dieci”, dove 10 sta per IO. Dieci come le dita delle mani. Dieci come i comandamenti di Dio. Dieci come numero più completo che simboleggia l’universo e la perfezione.
Servendosi delle sue stesse mani e facendo uso di soli tre colori, nero, grigio e rosso, Patanè porta alla luce un universo neo surrealistico, magico e aggressivo.
Innumerevoli i visitatori richiamati dalla virilità dei tori, soggetti di varie espressioni e simbologie fin dall’antichità. Essi hanno riscosso un grande successo in modo spontaneo e naturale, riuscendo a regalare quella ricerca del particolare e del dettaglio.
"Sapere di riuscire ad emozionare, col mio tratto i vari interlocutori – dice Patanè – è per me, già, un successo".
di Erika Samperi (© 2019 Marco Spampinato/Sotto il Vulcano. Riproduzione riservata)
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